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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de “La nonviolenza e’ in cammino” Numero 393 del 23 ottobre 2010

1. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO LUISA MORGANTINI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena(at)fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco(at)gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Luisa Morgantini.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di “Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta”, un’esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Luisa Morgantini, gia’ parlamentare europea (e per anni vicepresidente del Parlamento Europeo e presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio legislativo palestinese), fa parte delle Donne in nero, dell’Associazione per la pace, ed e’ coordinatrice della Rete internazionale per la resistenza popolare nonviolenta; e’ una delle figure piu’ note e piu’ vive dei movimenti per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Lei stessa cosi’ si descrive (in un breve profilo disponibile anche nel suo sito www.luisamorgantini.net): “La guerra l’ho sentita nella pancia di mia madre. Sono nata alla fine del ’40 nella Val d’Ossola, al confine svizzero e prima repubblica nata dalla Resistenza. Mio padre ha fatto il partigiano. Di fronte alla mia ammirazione diceva: ‘Mai piu’ la guerra’. Per anni non ho capito, pensavo che di fronte alle oppressioni, alle ingiustizie la risposta anche armata fosse una strada percorribile. Oggi penso, insieme a tante donne e uomini che la strada sia quella della nonviolenza, della trasformazione delle coscienze, del riconoscimento del diritto di ogni donna ed ogni uomo alla liberta’, alla giustizia sociale, al lavoro, alla casa, alla salute. Penso al diritto della terra, dell’aria, dell’acqua, del cielo, degli animali, di ogni essere vivente a non essere ferito, umiliato, usato ai fini del profitto invece che del benessere per tutte e tutti. Certo, nel riconoscimento delle differenze, sessuali, religiose e politiche, il ‘mai piu’ guerra’ e’ diventato per me un impegno per il quale ha senso la mia esistenza. Non sono ingenua, so come e’ difficile agire per interrompere la spirale guerra-terrorismo. Lo misuro ogni giorno nei luoghi di conflitto, dove da ormai molti anni mi misuro cercando di costruire relazioni tra le parti in conflitto, dalla Palestina-Israele all’Afghanistan, all’Iraq, alla Bosnia, al Kosovo, in Kurdistan-Turchia, e tanti tanti altri paesi. Sembra impossibile, quando ti dicono che la guerra e’ sempre stata e sempre sara’. Eppure vale la pena provare a percorrere un’altra strada, quella di riconoscere i conflitti senza negarli e cercare di superarli, partendo dal riconoscimento dell’altra/o per una convivenza civile, quella di assumersi la responsabilita’ di costruire un mondo, un’Italia, un’Europa dove ciascuna/o sia di aiuto all’altra/o. Sogni, utopie? Forse, ma sono il principio per cambiare e agire e dire con milioni di persone che un altro mondo, un mondo migliore, si puo’ costruire”. Il seguente piu’ ampio profilo di Luisa Morgantini (che abbiamo in un punto aggiornato) abbiamo ripreso alcuni anni fa sempre dal sito www.luisamorgantini.net: “Luisa Morgantini e’ nata a Villadossola (No) il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l’istituto Nazionale di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal 1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971 ha lavorato presso la societa’ Umanitaria di Milano nel settore dell’educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta nella segreteria di Milano – prima donna nella storia del sindacato metalmeccanico – ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e’ stata responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato metalmeccanico Flm – Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano nell’esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism). Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di Teora una cooperativa di produzione, “La meta’ del cielo”, che e’ tuttora esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta’ e cooperazione non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa, Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru’. Si e’ misurata in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo anche la specificita’ dell’ essere donna, nel riconoscimento dei diritti di ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la mafia, contro l’apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo all’autonomia, per la cura e l’accoglienza a tutte le vittime della guerra. Attiva nel campo dei diritti umani, si e’ battuta per il loro rispetto in Cina, Vietnam e Siria, e per l’abolizione della pena di morte. Dal 1982 si occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la nonviolenza e’ stata portavoce dell’Associazione per la pace. E’ tra le fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne contro la guerra. E’ stata deputata al Parlamento Europeo… In Italia continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all’Associazione per la pace”. Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma 2004]

– Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

– Luisa Morgantini: Un profondo amore per ogni essere vivente, persone, cielo, terra, mare, animali, fiori e tanto altro. Vedere e riconoscere l’altra/o, capacita’ di agire i conflitti e non rimuoverli, capacita’ di assumersi la responsabilita’ dell’agire per la giustizia, contro le guerre, la violenza, la poverta’, il razzismo, a partire da se’ e con gli altri, per s e per gli altri, con tenerezza e solidarieta’.

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– Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita’ e le esperienze a suo parere piu’ significative della nonviolenza?

– Luisa Morgantini: San Francesco, soprattutto quello che va a Gerusalemme per fermare i  crociati e la guerra; Mother Jones e i minatori; le Madri di Plaza de Mayo; le lotte operaie e contadine in tutto il mondo; Gandhi, per la resistenza nonviolenta e il tentativo di costruire ponti tra musulmani e indu’ per cui e’ stato ucciso; Nurit Peled e Rami Elhanan, Bassam Aramin, Izzeldin Abuelaish; le donne in nero di Gerusalemme e di Belgrado e del mondo; Martin Luther King e il movimento per i diritti civili; Simone Weil… ma potrei citarne tante e tanti e scoprire quelli nascosti che i poteri dominanti non hanno mai permesso di raccontare; i comitati popolari per la resistenza nonviolenta, palestinesi, israeliani ed internazionali insieme per vincere l’occupazione militare e il furto della terra, ma anche qui quanti e quante altre, occuperei pagine intere.

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– Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?

– Luisa Morgantini: Leggere le vostre interviste e la newsletter del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, li’ si trovano tutti i migliori consigli, da Gandhi a Pontara. Io leggo poco, sono sempre stata troppo immersa nel fare, anche se nel mio fare c’e’ consapevolezza e pensiero (almeno spero); ho cominciato a lavorare a dodici anni, si’, ero ancora bambina, sono figlia di operai e a quel tempo pochi andavano a scuola, sono stata sindacalista e tanto altro. Ho amato e letto le vite di Gandhi, Mandela, Martin Luther King, Rosa Luxemburg, Gramsci, La storia di Elsa Morante, L’obbedienza non e’ piu’ una virtu’ di Lorenzo Milani, e tanti altri che non mi tornano alla memoria ma che certamente sono dentro di me.

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– Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?

– Luisa Morgantini: La Ruta pacifica de las mujeres in Colombia; i Combattenti per la pace palestinesi e israeliani che hannno lasciato le armi, i comitati popolari per la resistenza nonviolenta, palestinesi, israeliani e internazionali che manifestano insieme contro l`occupazione militare, il muro e le colonie che portano via terra, acqua e vita e diritti ai palestinesi, da anni confrontano i soldati che sparano, arrestano, buttano gas lacrimogeni, per riuscire ad aprire i blocchi e poter coltivare la terra; la rete delle donne africane per la pace. Il lavoro costante dei gruppi in italia che lavorano per l’accoglienza dei profughi e degli immigrati, le associazioni come Libera, contro le mafie e la corruzione. Un lavoro quotidiano per smilitarizzare le coscienze e por fine alla produzione di armi nucleari e non, la lotta per la giustiza e per cacciare la poverta’, le guerre, la violenza ed il razzismo fuori dalla storia.

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– Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

– Luisa Morgantini: Ho 70 anni, non ditemi che essere vecchia e’ bello; due gatti: Lulu e Paco che purtroppo vedo molto poco perche’ come Mother Jones disse al giudice che le chiedeva qual era il suo indirizzo, lei rispose: “il mio indirizzo e’ dove stanno i miei piedi”, ed i miei piedi in questo momento sono in Palestina, sui sentieri e strade dove il Muro divide palestinesi da palestinesi e palestinesi da Israeliani, ma soprattutto annette terra ad Israele, in una politica coloniale che con la complicità internazionale dura da troppo tempo. Difficile che io mi descriva, mi sento un po’ come acqua in gabbia, spero solo che non mi abbandoni l’amore per la giustizia, per i diseredati del mondo e i dannati della terra. Come altri anch’io ho un sito: www.luisamorgantini.net, ma riguarda solo gli ultimi anni da parlamentare europea; una raccolta di miei interventi e scritti e’ stata pubblicata da Nutrimenti col titolo Oltre la danza macabra di guerra e terrorismo.

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